I criminali tentavano di screditare la leadership ucraina, diffondevano bugie sulle attività al fronte e promuovevano attività sovversive.
La SSU, la divisione cybercrimine della polizia ucraina, ha annunciato di aver smantellato una enorme bot farm che comprendeva oltre un milione di account intenti a diffondere disinformazione, soprattutto in relazione al conflitto in corso con la Russia. Il comunicato stampa ufficiale dice esplicitamente che la rete è stata “usata anche” dai servizi speciali del Cremlino, anche se non ne attribuisce direttamente la proprietà; tuttavia, a capo dell’operazione è stato identificato un cittadino russo che ha vissuto a Kiev, capitale dell’Ucraina, e che si definisce un esperto di politica.
Nel corso dell’operazione investigativa, le autorità hanno confiscato 5.000 schede SIM, 200 server Proxy per mascherare il proprio indirizzo IP ed evitare di essere bloccati dalle contromisure delle piattaforme, e tutto l’hardware e software necessario per operare la bot farm. In particolare è stato trovato software scritto ad hoc per gestire con semplicità gli account delle varie piattaforme social. L’equipaggiamento è stato trovato in varie città del Paese, ovvero Vinnycja, Charkiv e appunto Kiev.
Il compito principale dell’iniziativa era screditare l’attuale leadership ucraina, ma sono state anche condivise informazioni false su ciò che accadeva al fronte e si è tentato di organizzare attività sovversive. Secondo le stime ufficiali, l’audience raggiunta sui social è di circa 400.000 persone nel complesso. A quanto pare, alcuni esponenti politici ucraini sono stati coinvolti nell’operazione.
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