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Soldati italiani in Ucraina all’interno di una missione Onu: le mosse di Giorgia Meloni

Soldati italiani in Ucraina all’interno di una missione Onu: le mosse di Giorgia Meloni

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Nei prossimi mesi, l’Italia si prepara ad inviare un contingente di tremilacinquecento soldati in Ucraina, nell’ambito di una missione di peacekeeping delle Nazioni Unite. Questo dispiegamento avviene in un contesto complesso, caratterizzato da crescenti impegni sia in ambito nazionale che internazionale, tra cui la sicurezza interna e gli obblighi derivanti dagli accordi atlantici.

Rispetto a quindici anni fa, quando l’Italia schierò circa cinquemila soldati nella regione di Herat, i numeri attuali sono significativamente ridotti. L’esercito italiano, composto da 94.000 tra soldati, sottufficiali e ufficiali, è oggi composto esclusivamente da professionisti e volontari, con un’età media di 40 anni tra i graduati. Tuttavia, solo circa 54.000 di questi sono considerati realmente operativi. Circa 40.000 soldati sono coinvolti in attività interne o non possono essere impiegati in missioni oltreconfine per vari motivi.

Attualmente, 7.000 soldati sono impegnati nel programma “Strade Sicure”, responsabile della pattugliatura di stazioni ferroviarie, metropolitane e altri obiettivi sensibili nel paese. Inoltre, circa 4.000 militari sono dislocati in missioni internazionali in Libano, Kosovo, Lettonia, Bulgaria e Ungheria. Con l’aumento della Forza di Reazione Rapida Atlantica, le riserve italiane per le difese NATO e UE sono state ampliate a 11.000 soldati, il che ha comportato la necessità di mantenere due brigate in standby.

Il contingente destinato all’Ucraina opererà all’interno di questo quadro, con un massimo di 4.000 soldati operativi previsto. Il coordinamento della missione sarà affidato al Comando di Vertice delle Forze Armate Italiane (Covi), guidato dal generale Giovanni Iannucci. I reparti più adatti per la missione sono attualmente in fase di valutazione, e la scelta finale dipenderà dal tipo di mandato ricevuto.

Se la missione dovesse concentrarsi sull’interposizione per monitorare un cessate il fuoco, potrebbero essere coinvolti i reparti della Folgore o degli Alpini. In caso di necessità di deterrenza, invece, sarebbero richieste brigate meccanizzate come la Garibaldi o la Pinerolo, equipaggiate con carri armati e veicoli blindati da combattimento.

Tuttavia, l’arsenale di carri armati italiani, tra cui i modelli Ariete, risulta obsoleto e necessita di ammodernamento. Gli attuali 125 carri armati, datati di 25 anni, non saranno operativi prima dell’estate, mentre i veicoli blindati Dardo, utilizzati per il trasporto della fanteria, richiedono manutenzione. Fortunatamente, l’Italia dispone di opzioni alternative come le autoblindo Centauro 2 e i veicoli Freccia, che offrono una protezione adeguata per la fanteria e sono equipaggiati con armamenti moderni.

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