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Russia-Ucraina, Mosca presenta le sue condizioni per trattare la pace: “Stop alla Nato e riconoscimento della Crimea”
Mosca apre uno spiraglio al dialogo, ma pone condizioni nette. Secondo fonti citate da Reuters, la Russia avrebbe comunicato agli Stati Uniti una serie di requisiti preliminari per avviare colloqui di pace con l’Ucraina. Le richieste sarebbero emerse in una serie di incontri riservati tra rappresentanti russi e statunitensi nelle ultime settimane, ancor prima della recente proposta di un cessate il fuoco parziale della durata di 30 giorni.
Le condizioni poste dal Cremlino sono tutt’altro che simboliche e toccano nodi geopolitici cruciali: l’impegno formale dell’Ucraina a rinunciare all’adesione alla NATO, l’assenza permanente di truppe straniere sul territorio ucraino al termine del conflitto, e soprattutto il riconoscimento internazionale della sovranità russa non solo sulla Crimea – già annessa nel 2014 – ma anche su quattro regioni dell’Ucraina occupate durante la guerra, anche se non ancora totalmente sotto controllo russo.
Non è chiaro se la Russia sia disposta a proseguire eventuali negoziati senza ottenere garanzie su questi punti, ma le richieste ricalcano quelle già avanzate in precedenti fasi del conflitto nei confronti di Kyiv, Washington e dell’Alleanza Atlantica.
Ombre sulla guerra: nuove accuse sui prigionieri
Mentre a livello diplomatico si accenna un possibile percorso di dialogo, sul terreno continuano a emergere accuse gravi. Dmytro Lubinets, Commissario per i diritti umani del Parlamento ucraino, ha denunciato l’ennesimo episodio di presunti crimini di guerra compiuti dall’esercito russo. Un video diffuso sui social, di cui non è ancora stata verificata l’autenticità da fonti indipendenti, mostrerebbe l’esecuzione di almeno cinque prigionieri di guerra ucraini disarmati.
«Ancora una volta – ha dichiarato Lubinets – assistiamo a una palese violazione del diritto umanitario internazionale. L’uccisione di militari catturati è un crimine di guerra, e ci auguriamo che i responsabili vengano identificati e perseguiti».
Le immagini, che stanno suscitando forte indignazione in Ucraina e all’estero, si aggiungono a un lungo elenco di accuse mosse da Kyiv nei confronti delle forze russe fin dalle prime fasi dell’invasione.
Una pace ancora lontana
Mentre i negoziati restano su un piano ipotetico e legato a condizioni difficilmente accettabili da parte ucraina, gli scontri sul campo continuano senza sosta. Le richieste russe, per Kyiv, potrebbero rappresentare una resa più che un compromesso. Tuttavia, l’apertura al dialogo – seppur rigida – potrebbe segnare un primo passo verso la fine di una guerra che ha già causato migliaia di morti, distruzione e instabilità su scala globale.
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