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Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha nuovamente espresso forte preoccupazione per la drammatica situazione delle carceri italiane, sottolineando come il sovraffollamento rappresenti un problema urgente e inaccettabile. In occasione del 208° anniversario della fondazione della Polizia penitenziaria, Mattarella ha evidenziato le condizioni di degrado e le criticità che colpiscono gli istituti penitenziari del nostro Paese.
Una realtà insostenibile
Secondo i dati più recenti, le strutture penitenziarie italiane ospitano oltre 63.000 detenuti, contro una capienza regolamentare di circa 47.000 posti. Ciò si traduce in una presenza quotidiana di oltre 15.000 persone in spazi sovraffollati e spesso privi delle condizioni minime di dignità. “Questo fenomeno contrasta con i principi sanciti dalla nostra Costituzione”, ha affermato il Capo dello Stato, ricordando la funzione rieducativa e il rispetto della dignità umana come pilastri fondamentali del sistema penitenziario.
Condizioni di lavoro difficili per la Polizia penitenziaria
Mattarella ha rivolto un pensiero riconoscente alla Polizia penitenziaria, il cui lavoro quotidiano si svolge sotto enormi pressioni. Agenti e operatori, spesso poco valorizzati, devono fronteggiare non solo il sovraffollamento, ma anche crescenti tensioni tra i detenuti, episodi di violenza, autolesionismo e, purtroppo, suicidi. “Il loro ruolo è essenziale per garantire ordine e sicurezza, anche se spesso avviene in condizioni difficili”, ha sottolineato il Presidente.
Un sistema al limite
Le carceri italiane sono adulte a una crisi strutturale, con cronache che riportano episodi di violenze e disagi quotidiani. La condizione delle celle sovraffollate, spesso prive dei servizi essenziali, ostacola le possibilità di attività rieducative e di reinserimento sociale. La situazione, come evidenziato anche dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, richiede interventi immediati.
Riflessioni sulla funzione rieducativa della pena
Uno dei punti centrali del discorso di Mattarella riguarda l’articolo 27 della Costituzione, che garantisce la funzione rieducativa della pena. In un ambiente disumano, questa funzione risulta negata, ostacolando programmi di formazione, lavoro e reinserimento. Il Presidente ha ricordato che la detenzione deve essere uno strumento di cambiamento, non solo di punizione.
Diritti umani e responsabilità collettiva
“Trattare i detenuti con umanità è un imperativo morale e costituzionale”, ha dichiarato Mattarella, richiamando anche le norme internazionali sui diritti umani. Le carceri italiane sono già state oggetto di condanna internazionale, e l’Italia è chiamata a mettere in atto riforme serie e tempestive.
Proposte per uscire dalla crisi
Tra le soluzioni avanzate ci sono la depenalizzazione dei reati minori, l’uso di pene alternative come i lavori di pubblica utilità, la costruzione di nuovi istituti penitenziari moderni, anche riutilizzando caserme dismesse, e programmi di reinserimento sociale più efficaci. L’obiettivo è ridurre il numero di persone detenute e migliorare le condizioni di chi resta nelle strutture.
Un appello all’unità
Il Presidente ha lanciato un appello affinché tutte le istituzioni – Politiche, Giustizia, forze dell’ordine e società civile – collaborino per una riforma condivisa del sistema penitenziario. Solo con un impegno collettivo sarà possibile trasformare le carceri in luoghi che rispettano la dignità della persona e promuovono il reinserimento sociale.
Ringraziamento e riconoscimenti
Nel suo intervento, Mattarella ha anche espresso gratitudine alla Polizia penitenziaria, lodandone il sacrificio e il senso del dovere. Ricordando i caduti in servizio, ha sottolineato come il loro lavoro sia fondamentale per garantire legalità e sicurezza.
L’articolo Mattarella, l’annuncio sulle carceri: “È preoccupante” proviene da Notizie 24 ore.
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