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Dopo oltre tre anni di silenzio diplomatico, Vladimir Putin ed Emmanuel Macron sono tornati ufficialmente a parlare al telefono, in un colloquio durato due ore definito dal Cremlino “significativo” e di fondamentale importanza strategica. Un riavvicinamento che si svolge in un momento di grande tensione internazionale, tra accuse incrociate e tentativi di mediazione su due delle questioni più calde del momento: la situazione nucleare iraniana e il conflitto in Ucraina.
Il nodo nucleare iraniano: Macron insiste sulla cooperazione diplomatica
Tra i punti principali discussi, il dossier iraniano ha ricevuto un’attenzione particolare. Secondo il comunicato del Cremlino, Putin e Macron hanno condiviso l’opinione che “la situazione con l’Iran deve trovare una soluzione esclusivamente mediante mezzi politici e diplomatici”. Entrambi i leader si sono impegnati a mantenere i canali aperti per un possibile coordinamento delle rispettive posizioni in vista di un percorso negoziale.
Macron ha ricordato alle controparti russe le responsabilità della Francia e della Russia come membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sottolineando l’importanza di rispettare il Trattato di Non Proliferazione (TNP). Ha inoltre esortato Teheran a consentire il ripristino immediato delle attività ispettive dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea), per garantire trasparenza e sicurezza.
Il conflitto in Ucraina: Putin e Macron ai ferri corti
Sul fronte ucraino, Putin ha ribadito la linea rigida della Russia: il conflitto attuale è “colpa diretta delle politiche occidentali e della NATO”. Accusando i paesi della Alleanza Atlantica di aver ignorato le richieste di sicurezza di Mosca per anni, il presidente russo ha affermato che l’Occidente ha creato una “testa di ponte anti-russa in Ucraina” che minaccia gli interessi di Mosca stessa. Per raggiungere una pace duratura, Putin ha insistito sulla necessità di un riconoscimento “delle nuove realtà territoriali” come condizione imprescindibile.
Dall’altra parte, Macron ha espresso il “sostegno incrollabile” della Francia all’integrità territoriale dell’Ucraina, chiedendo un impegno concreto di tutte le parti in favore di una tregua immediata. Il Presidente francese ha fatto appello a Putin affinché si avvii un negoziato serio, auspicando l’apertura di un percorso volto a una soluzione stabile e duratura del conflitto.
Un quadro di tensione e opportunità: le recenti dichiarazioni di Lavrov
La telefonata si inserisce in un contesto di acque agitate. Solo due giorni prima, il ministro degli Esteri russo Sergej Lavrov aveva attaccato duramente Macron e Olaf Scholz, dicendo che i leader europei “hanno perso il senno” e accusandoli di voler ricostruire un impero europeo dominato anche sulla Russia. Queste dichiarazioni, contraddittorie rispetto all’apertura del dialogo, testimoniano la fragilità delle relazioni, ma comunque confermano che il canale di comunicazione tra Mosca e Parigi rimane aperto.
Verso un nuovo capitolo diplomatico?
Nonostante le differenze e le tensioni ancora evidenti, il ritorno al dialogo tra Putin e Macron segnala la volontà di mantenere aperto uno spazio di confronto, anche se sottile. Il contatto diretto, pur non implicando un immediato cambio di rotta, rappresenta una possibilità di ridurre rischi di escalation e di esplorare vie diplomatiche per alleggerire la crisi internazionale, in un momento di grande incertezza per Europa e Medio Oriente.
L’articolo Macron torna a parlare con Putin dopo tre anni: due ore di telefonata su Iran, Ucraina e appello per la tregua proviene da Notizie 24 ore.
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