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La tragedia colpisce nuovamente il mondo del calcio e lo sport in generale. Diogo Jota, attaccante portoghese del Liverpool, morto insieme al fratello André Silva in un incidente stradale avvenuto nella notte tra mercoledì 3 e giovedì 4 luglio nel nord-ovest della Spagna, ha scosso le coscienze di tutti. Ora, a distanza di giorni, il fisioterapista di Jota, Miguel Goncalves, rompe il silenzio per chiarire le circostanze di quella tragica serata e difendere la memoria del calciatore.
Una notte che doveva essere tranquilla, ma si è trasformata in incubo
Secondo quanto ricostruito, l’incidente si sarebbe verificato a causa di uno scoppio di uno pneumatico della Lamborghini Huracán sulla quale viaggiavano i due fratelli. Un’uscita improvvisa di strada, forse determinata dal guasto, ha trasformato il viaggio in una trappola di fuoco dalla quale non c’è stato scampo: i due sono morti carbonizzati, senza possibilità di salvezza. La conferma dei decessi è arrivata dal funzionario del governo spagnolo Angel Blanco, che ha dichiarato che i due sono deceduti sul colpo.
Il sorriso di chi voleva tornare a casa
Nei giorni precedenti al tragico evento, Diogo Jota aveva affrontato un periodo di recupero dopo un pneumotorace vicino alla fine della scorsa stagione. La sua rinascita fisica sembrava promettente: l’atleta si era dimostrato fiducioso e motivato a riprendere il suo cammino con il Liverpool, con cui avrebbe dovuto partecipare al raduno precampionato tra breve.
Le parole di Miguel Goncalves, il fisioterapista
In un’intervista esclusiva al quotidiano portoghese Record, Goncalves ha voluto mettere in chiaro molte voci circolate online e sui media.
“Basta bugie. Diogo e André non stavano facendo festa, non conducevano una vita sregolata. Nulla di strano quella notte. Nulla.”
Il fisioterapista ha spiegato di aver visto Jota solo poche ore prima dell’incidente, intorno alle 20:30, e di avergli fatto visita nell’ambito delle cure post-infortunio.
Un viaggio pianificato con attenzione
Jota aveva deciso di partire verso Santander usando un’auto a noleggio, con l’intenzione di prendere un traghetto per Plymouth e poi proseguire fino a Liverpool. Un viaggio di circa 20 ore, scelto appositamente per evitare l’attesa di voli e ridurre i rischi legati alla pressione in cabina, considerando il recente recupero dall’intervento polmonare.
Secondo Goncalves, il viaggio era stato pensato con grande attenzione:
“Diogo aveva programmato di fermarsi a Burgos per la notte, in hotel. La sua famiglia avrebbe preso un volo in un secondo momento. Guidare di notte, con temperature più fresche, era una scelta sensata e sicura.”
Il fisioterapista ha sottolineato che Jota si trovava in un ottimo stato di salute e in piena forma, grazie a un recupero rapido e efficace:
“Era emozionato, fiducioso e non vedeva l’ora di tornare in campo. Aveva rinunciato a un viaggio in Giappone con il Liverpool per concentrarsi sulla riabilitazione, convinto che quella stagione gli avrebbe portato grandi soddisfazioni.”
Una famiglia distrutta dal dolore
Il funerale di Diogo Jota è previsto per sabato mattina a Gondomar, vicino a Porto, sua città natale. La famiglia, profondamente colpita dalla perdita, ha deciso di celebrare la sua memoria con un momento di raccoglimento e preghiera. Appena due settimane fa, il calciatore aveva celebrato il suo matrimonio, diventando padre di tre figli. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile tra parenti, amici, tifosi e compagni di squadra.
Un commovente addio
La tragica perdita di Jota e di André Silva sottolinea ancora una volta la rapidità con cui la vita può essere strappata via, anche quando si è, apparentemente, in viaggio verso la ripresa e la speranza. La verità ancora deve essere tutta chiarita, ma di certo c’è che il ricordo di un talento e di un uomo serio e dedito al suo lavoro rimarrà vivo nei cuori di chi lo ha conosciuto.
L’articolo Diogo Jota, il fisioterapista rompe il silenzio: vuole che si sappia la verità proviene da Notizie 24 ore.
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