Flotilla, scatta l’allarme via radio: cosa succede

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flotilla-2-1024x576-1 Flotilla, scatta l’allarme via radio: cosa succede

È arrivato poco prima delle 20 italiane il primo vero allarme dall’inizio del nuovo viaggio della Global Sumud Flotilla, la missione umanitaria partita lo scorso 19 settembre da Portopalo di Capo Passero in Sicilia con l’obiettivo di portare aiuti nella Striscia di Gaza. Dalla nave principale, la Familia Madeira, che guida la flottiglia e ospita leader e attivisti provenienti da Barcellona e Tunisi, è stato lanciato un messaggio radio chiaro: «Abbiamo visto diversi droni sopra di noi, raggruppiamo la Flotilla sul lato sinistro».

Tre droni avvistati e un possibile rischio in mare aperto

Secondo le prime segnalazioni, sarebbero tre i droni avvistati nel cielo sopra il convoglio, che conta circa 40 imbarcazioni. Un velivolo non identificato sarebbe stato notato anche nei pressi di Selvaggia, la barca a vela composta interamente da donne partite dall’Italia. Al momento non ci sono conferme ufficiali sull’origine dei droni, ma in acque internazionali la probabilità che si tratti di apparecchi militari resta alta, alimentando le preoccupazioni di un possibile intervento ostile.

Una flottiglia senza precedenti nel Mediterraneo

La missione umanitaria si distingue per la sua dimensione: circa 40 imbarcazioni, tra cui l’Otaria, che ospita anche inviati de Il Fatto Quotidiano. La nave si trova attualmente nel mar Ionio, più vicina a Creta che alla Sicilia, a meno di 800 miglia nautiche da Gaza. In passato, le forze israeliane hanno intercettato singole barche in acque internazionali, ma mai un convoglio di questa portata. L’incognita su come reagiranno le autorità israeliane o altre forze militari rimane elevata, alimentando la tensione in un contesto già delicato.

Precedenti di attacchi e minacce

Non è la prima volta che le navi della Flotilla finiscono nel mirino. Nelle notti del 9 e del 10 settembre, davanti alle coste tunisine, la Familia Madeira e l’Alma erano già state colpite da ordigni incendiari di avvertimento, presumibilmente lanciati da droni. Questi episodi hanno aumentato la preoccupazione tra i partecipanti, che temono possibili escalation.

Rassicurazioni e misure di sicurezza

Una nota ufficiale diffusa sui social dalla Global Sumud ha cercato di rassicurare le famiglie dei partecipanti: «Non c’è una minaccia immediata». Tuttavia, sono state adottate misure di sicurezza rafforzate, tra cui il rafforzamento della guardia notturna, l’attenzione ai messaggi sul gruppo Signal e il monitoraggio costante del canale vhf delle radio di bordo. L’attivista brasiliano Thiago Avila, membro del direttivo, ha sottolineato l’importanza di considerare i droni vicini come potenziali minacce.

Un viaggio ad alto rischio verso Gaza

Il convoglio umanitario prosegue la sua rotta verso la Striscia di Gaza, ma la tensione cresce di ora in ora. L’allarme droni rappresenta un nuovo campanello d’allarme in una missione già considerata ad alto rischio, che mira a rompere l’assedio portando aiuti a una popolazione stremata da mesi di bombardamenti e sofferenze. La comunità internazionale osserva con apprensione, mentre la speranza di portare sollievo si scontra con le minacce di un conflitto che si fa sempre più vicino.

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