Flotilla, la notizia è appena arrivata: 11 evacuati. Cosa succede

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La rotta della Global Sumud Flotilla rimane invariata: il convoglio di imbarcazioni continua a muoversi verso Gaza, nonostante le crescenti tensioni e le attività delle forze israeliane nelle acque del Mediterraneo. Le navi si trovano ormai nell’area più critica, quella che in passato ha visto intercettazioni e attacchi, e l’atmosfera a bordo e a terra si fa sempre più tesa. A Roma e in altre città italiane si sono svolte veglie di solidarietà, testimonianza di un sostegno diffuso alla missione umanitaria.

Durante la notte, le comunicazioni ufficiali hanno confermato che la fregata Alpino della Marina militare italiana non supererà le 150 miglia nautiche da Gaza, limitandosi a garantire assistenza in caso di emergenza. Una decisione che ha deluso gli attivisti a bordo, che auspicavano un supporto più deciso. Maria Elena Delia, portavoce italiana della Flotilla, ha criticato il governo, chiedendo: “Perché questi attivisti dovrebbero farsi male in acque internazionali? Questa è la domanda che dovremmo farci tutti”.

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Le autorità italiane e israeliane hanno espresso posizioni contrastanti. La premier Giorgia Meloni, intervenuta a margine del Consiglio europeo di Copenaghen, ha definito irresponsabile insistere in questa fase, sottolineando che la spedizione si sarebbe trasformata in un tentativo di forzare il blocco navale. Dal canto suo, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sàar ha parlato di una “provocazione Hamas-Sumud” e ha invitato gli organizzatori a consegnare gli aiuti attraverso i porti di Cipro o Ashkelon, mentre una nave militare israeliana si prepara all’incontro con la Flotilla.

Sul fronte interno italiano, la questione divide l’opinione pubblica e mobilita le forze politiche e sociali. L’ex premier Giuseppe Conte ha invitato gli attivisti alla prudenza, pur riconoscendo l’illegittimità del blocco navale israeliano. Sindacati come Usb e Cgil hanno annunciato scioperi e mobilitazioni nel caso in cui le imbarcazioni vengano attaccate, mentre studenti e collettivi hanno già organizzato cortei e proteste nelle università romane. L’obiettivo, secondo Usb, è costruire un embargo dal basso, coinvolgendo i porti italiani come Livorno e Genova.

A bordo delle navi, la tensione cresce: l’eurodeputata Benedetta Scuderi ha riferito di aver notato movimenti dell’esercito israeliano e di aver seguito da vicino i protocolli di sicurezza. Durante la notte, gli attivisti hanno denunciato sorvoli di droni e l’avvicinamento di imbarcazioni non identificate, alcune senza luci. Le navi israeliane si sono più volte avvicinate, arrivando a paralizzare temporaneamente i sistemi di comunicazione della nave di testa.

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Intanto, sui social si moltiplicano le prese di posizione. Riccardo Ricciardi, capogruppo del Movimento 5 Stelle, ha definito Israele “un governo genocida”, scatenando un acceso dibattito politico interno. Giuristi internazionali hanno invece sottolineato che il blocco navale è “illegittimo” e che qualsiasi intercettazione rappresenterebbe un atto ostile e contrario al diritto internazionale.

Non sono mancate iniziative simboliche: a Roma, centinaia di persone hanno partecipato a una veglia davanti alla stazione Termini, collegandosi in diretta con gli equipaggi a bordo. Nel frattempo, la nave israeliana Zim Virginia è arrivata a Livorno, dove è stata immediatamente bloccata dai portuali, che hanno proclamato uno sciopero immediato.

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Un episodio imprevisto ha coinvolto anche la Marina turca, che ha effettuato l’evacuazione di undici persone dalla Flotilla, tra cui tre cittadini turchi. Non sono stati diffusi dettagli sui motivi della richiesta di aiuto, ma il ministero della Difesa di Ankara ha confermato il successo dell’operazione.

Il ministro della Difesa italiano Guido Crosetto ha rassicurato i cittadini, affermando che le forze armate sono pronte a intervenire in caso di minacce o pericoli, ribadendo il ruolo di protezione delle istituzioni e dei cittadini italiani.

Con le navi ormai a poche decine di miglia da Gaza, le prossime ore si preannunciano decisive. I promotori della Flotilla continuano a sostenere che “ogni miglio percorso è un segnale di resistenza”, mentre i governi internazionali moltiplicano gli appelli a fermare la missione prima che la crisi degeneri in un confronto diretto. La tensione resta alta, e il mondo osserva con attenzione gli sviluppi di questa delicata operazione umanitaria.

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