[[{“value”:”

Sono passati ormai 23 anni dall’omicidio di Samuele Lorenzi, un episodio che ha sconvolto l’Italia e che ancora oggi suscita forti emozioni e dibattiti. La vicenda, nota come il delitto di Cogne, rappresenta una delle pagine più controverse e discusse della storia giudiziaria del nostro paese. Recentemente, il programma televisivo “Il Caso”, condotto da Stefano Nazi, ha dedicato una puntata speciale a questa drammatica vicenda, riaffermando il suo ruolo di simbolo di un’epoca e di un’analisi ancora aperta.
La ricostruzione dei fatti
Era la mattina del 30 gennaio 2002 quando Anna Maria Franzoni, allora 29enne, accompagnò il figlio maggiore, Davide, alla fermata dello scuolabus, a circa 300 metri dalla loro abitazione a Montroz, frazione di Cogne. Al suo ritorno, trovò il piccolo Samuele, di soli 3 anni, gravemente ferito nel letto matrimoniale. Il bambino presentava diciassette colpi alla testa, con tracce di sangue sparse su cuscini, lenzuola, pareti e pavimento. Alle 8:27, la donna chiamò il 118, riferendo che il figlio aveva vomitato sangue e non respirava. Nonostante i tentativi di soccorso, Samuele morì poco prima delle 10, durante il trasporto in ospedale ad Aosta.

Le indagini e il processo
Le indagini si concentrarono immediatamente sulla madre, considerata subito la principale sospettata. Nel 2004, Anna Maria Franzoni fu condannata in primo grado a 30 anni di reclusione per omicidio volontario aggravato. La sentenza si basava su elementi come le tracce di sangue trovate sul pigiama e sugli zoccoli della donna. La condanna fu confermata in appello nel 2007, con una riduzione a 16 anni grazie alla scelta del rito abbreviato, e definitivamente dalla Cassazione nel 2008.
Dopo aver scontato sei anni in carcere, Franzoni ottenne la detenzione domiciliare nel 2014 e, nel 2018, tornò completamente libera. La sua vicenda giudiziaria si concluse così, ma il caso rimane ancora oggi al centro di discussioni e analisi.

La vita dopo il processo
Oggi Anna Maria Franzoni vive a Monteacuto Vallese, frazione di San Benedetto Val di Sambro, insieme al marito Stefano Lorenzi e ai figli Davide e Gioele, nato nel 2003, un anno dopo il delitto. La famiglia gestisce un agriturismo nella zona, mantenendo un profilo riservato e lontano dai riflettori mediatici. La gravidanza di Gioele, annunciata in diretta televisiva durante il Maurizio Costanzo Show, testimonia quanto il caso abbia segnato profondamente la loro vita.
La villetta di Montroz e le vicende legali
La casa di Montroz, soprannominata dai media “la villetta degli orrori”, è rimasta un simbolo indelebile di questa tragedia. Nel 2020, il tribunale di Aosta ne dispose la vendita all’asta a causa di un contenzioso con l’avvocato Carlo Taormina, legato al mancato pagamento degli onorari di difesa. La vicenda legale si concluse nel 2021, quando il tribunale dichiarò estinta la procedura esecutiva, dopo che la famiglia Lorenzi aveva saldato i debiti, evitando così l’asta.
Un caso ancora aperto e di grande attualità
Il delitto di Cogne continua a essere un caso che divide l’opinione pubblica e gli esperti di giustizia. La figura di Anna Maria Franzoni, il movente mai del tutto chiarito e la drammaticità dei fatti mantengono vivo l’interesse mediatico e culturale. La vicenda ha lasciato un segno profondo nella memoria collettiva italiana, alimentando dibattiti sulla giustizia, sulla verità e sulla gestione dei casi di cronaca nera.
L’articolo Delitto di Cogne, 23 anni dopo: la nuova vita di Anna Maria Franzoni proviene da Notizie 24 ore.
“}]]
[[{“value”:”Sono passati ormai 23 anni dall’omicidio di Samuele Lorenzi, un episodio che ha sconvolto l’Italia e che…
L’articolo Delitto di Cogne, 23 anni dopo: la nuova vita di Anna Maria Franzoni proviene da Notizie 24 ore.”}]]
Notizie 24 ore
DALL’ITALIA
Share this content:
