Riservisti militari, il piano del centrodestra: “Diecimila richiamati in caso di emergenza”
Riservisti militari, il piano del centrodestra: “Diecimila richiamati in caso di emergenza”
[[{“value”:”
Venti di guerra si addensano sul mondo e anche l’Italia si interroga sul proprio ruolo in un possibile escalation internazionale. Le recenti tensioni, alimentate dall’attacco degli Stati Uniti all’Iran, hanno riacceso il dibattito sulla sicurezza e sulla difesa del Paese, portando alla proposta di istituire una riserva militare di emergenza.
Il progetto del Centrodestra: una riserva di 10.000 ex militari pronti all’intervento
Il centrodestra accelera sul fronte della difesa, proponendo l’istituzione di una riserva militare composta da circa 10.000 ex militari italiani, richiamabili in tempi rapidi in caso di emergenza o conflitto. La proposta, annunciata dal presidente della commissione Difesa della Camera, Nino Minardo (Lega), prevede l’avvio dei lavori parlamentari già dall’8 luglio, con l’obiettivo di unificare due testi di legge – uno presentato dallo stesso Minardo e uno del deputato Pd Stefano Graziano – in una proposta condivisa.
Il modello su cui si basa il progetto è quello austriaco: attualmente, in Austria esiste una riserva di 35.000 unità, obbligate a un addestramento annuale di 30 giorni per almeno cinque anni. I riservisti riceverebbero un compenso medio di 6.000 euro annui e avrebbero permessi di lavoro garantiti. In Italia, l’idea è di coinvolgere ex militari di ferma breve volontaria o ex membri delle forze dell’ordine, con modalità e doveri strettamente regolamentati.
Obblighi e modalità di attivazione
Far parte della futura riserva significherebbe accettare alcuni obblighi: permanere reperibili, comunicare eventuali cambi di indirizzo, sottoporsi a controlli medici annuali e partecipare a corsi di addestramento di almeno due settimane ogni anno. In caso di crisi, i riservisti potrebbero essere mobilitati dal governo per difendere il territorio nazionale, i confini o in situazioni di emergenza di rilevanza nazionale.
Il deputato Nino Minardo sottolinea che “i tempi sono maturi per discutere seriamente di uno strumento strategico per la sicurezza nazionale,” evidenziando la volontà di limitare l’accesso alla riserva a cittadini italiani in congedo volontario, con un’esperienza di ferma triennale o iniziale, per garantire competenza ed efficienza.
Il ruolo del Partito Democratico: una proposta parallela e complementare
Anche il Pd si è fatto avanti con una proposta in linea con quella del centrodestra, firmata da Stefano Graziano. La loro idea prevede anch’essa la creazione di una riserva composta da ex militari e figure delle forze di polizia in congedo, con l’obiettivo di integrare le forze armate in situazioni particolari e di emergenza. Il piano del Pd include incentivi alle aziende che concederanno permessi ai lavoratori riservisti e si propone di costruire un “testo unico, equilibrato e moderno” per rispondere alle nuove sfide di sicurezza.
Verso un fronte unito? La discussione in Parlamento
La discussione ufficiale prenderà il via l’8 luglio in commissione Difesa alla Camera, con l’aspettativa che centrodestra e opposizione possano trovare un punto di convergenza. Minardo afferma che “l’obiettivo è valorizzare l’esperienza di chi ha già servito lo Stato e rispondere alle sfide di sicurezza interna ed esterna.”
L’articolo Riservisti militari, il piano del centrodestra: “Diecimila richiamati in caso di emergenza” proviene da Notizie 24 ore.
“}]]
[[{“value”:”Venti di guerra si addensano sul mondo e anche l’Italia si interroga sul proprio ruolo in un…
L’articolo Riservisti militari, il piano del centrodestra: “Diecimila richiamati in caso di emergenza” proviene da Notizie 24 ore.”}]]
Notizie 24 ore
DALL’ITALIA
Venti di guerra si addensano sul mondo e anche l’Italia si interroga sul proprio ruolo in un…
L’articolo Riservisti militari, il piano del centrodestra: “Diecimila richiamati in caso di emergenza” proviene da Notizie 24 ore.