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Bimba di 6 mesi morta all’asilo, aveva il cranio fracassato
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Bimba di 6 mesi morta all’asilo, aveva il cranio fracassato

Bimba di 6 mesi morta all’asilo, aveva il cranio fracassato

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Storie che non vorremmo mai raccontare e che ci lasciano letteralmente sconvolti per la crudeltà estrema con cui vengono poste in essere. Storie dalle tinte forti.

Sembrano uscite dalla folle mente di un regista dell’horror eppure non è così. Si tratta di cruda e spietata realtà ma la cronaca, nazionale ed estera, in fin dei conti, ci ha abituato a questo.

Le vittime sono i piccoli, gli indifesi, gli innocenti. Non potrebbero farcela in quanto scriccioli che avrebbero tutto il diritto di vivere serenamente ma che subiscono le peggiori barbarie.

Ogni volta che mi capita di affrontare dei casi simili, da giornalista, ma anche da madre, mi fa male anche solo parlarne. Vediamo insieme cosa è accaduto ad una bimba di soli 6 mesi.

La storia si è diffusa rapidamente sulle principali testate, gettando tutti i lettori nello sconforto e suscitando forti reazioni da parte dell’opinione pubblica.

Quella che sto per raccontarvi è una storia davvero forte, riguardante una bimba di soli 6 mesi, figlia di una donna di origini salentine, che è diventata un angelo troppo in fretta a seguito del ricovero per una frattura cranica. Un’intera comunità, quella di Carmiano, paesino in cui la madre della piccolina risiedeva, situato in provincia di Lecce, è sotto choc ed è d’obbligo fare chiarezza sull’accaduto affinché venga fatta giustizia e verità su questo caso che, inevitabilmente, ha fatto il giro del web.

La stampa belga è stata la prima a parlare della tragedia, dato che, proprio in Belgio, la madre della bambina morta, si era trasferita, dalla Puglia, per lavorare. Come riportato da Fanpage.it,  lunedì mattina, intorno alle 10: 30, in un asilo nido a Kesse-Lo, sulla base della testimonianza della babysitter della bimba deceduta, la neonata sarebbe caduta dalle sue braccia su un lettino. La bambina ha perso i sensi ed è stata tempestivamente trasportata presso il nosocomio.

I medici che l’hanno presa in cura sono arrivati a farle una diagnosi a dir poco agghiacciante: frattura cranica e emorragia cerebrale. Purtroppo la bimba, per via delle lesioni così severe, ha esalato l’ultimo respiro dopo un breve periodo di coma farmacologico. Sin da quando gli inquirenti hanno ascoltato la testimonianza della babysitter, hanno riscontrato troppe inconguenze.

Le lesioni rinvenute sul corpicino della vittima non avrebbero a che fare con una caduta accidentale ma con delle percosse, quindi il quadro sarebbe molto più macabro di quanto ipotizzato inizialmente. Logico che occorre far chiarezza ed è proprio per capire cosa è realmente accaduto alla bimba, che la procura di Leuven ha provveduto ad iscrivere la giovane donna che si stava prendendo cura della vittima, nel registro degli indagati.

Fondamentalmente è escludere oppure concludere che la babysitter abbia deliberatamente e ripetutamente colpito la bambina. Per il momento, in attesa dell’accertamento dei fatti, la ragazza è stata sospesa dal suo lavoro presso l’asilo nido di Kesse-Lo. Su di lei pendono accuse gravissime: percosse e violenza intenzionale, Attualmente le è stata concessa la libertà condizionale. Intanto le indagini proseguono per cui saremo pronti ad aggiornarvi non appena avremo notizie certe e attendibili su questo caso che ha sconvolto Belgio e Italia.

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Lutto nel mondo Juventus, se va un grande
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Il mondo della Juventus e quello del diritto italiano piangono oggi la scomparsa di Franzo Grande Stevens, figura di spicco che ha lasciato un’impronta indelebile nel panorama economico, giuridico e sportivo del Paese. Nato a Napoli nel 1928 e scomparso a Torino all’età di 95 anni, Grande Stevens è stato un protagonista discreto ma fondamentale, un punto di riferimento per le grandi imprese e le istituzioni italiane degli ultimi settant’anni.

Una carriera al servizio dell’Italia e della Juventus

Avvocato di grande prestigio, Grande Stevens è stato definito “l’avvocato dell’Avvocato” per il suo ruolo di consulente di fiducia di Giovanni Agnelli e della famiglia Fiat. La sua firma ha accompagnato le decisioni più delicate e strategiche del gruppo automobilistico, contribuendo a plasmare il destino di una delle aziende simbolo del Made in Italy. La sua influenza si estendeva anche ad altri grandi gruppi industriali, tra cui Ifil, Rcs e la stessa Compagnia di San Paolo, di cui è stato presidente.

Non solo giurista: Grande Stevens ha ricoperto anche ruoli di rilievo nel mondo dello sport e della cultura. È stato presidente onorario della Juventus, un ruolo che testimonia il suo legame profondo con il club bianconero, e membro del collegio difensivo nel processo alle prime Brigate Rosse, affrontando con coraggio le sfide più complesse della giustizia italiana.

Un’eredità di integrità e saggezza

Il suo impegno nel campo della giurisprudenza e dell’etica professionale è stato riconosciuto a livello nazionale. Lo scorso novembre, in occasione dei suoi 70 anni di toga, aveva inviato un messaggio che ancora oggi risuona come un insegnamento: «Non ho mai lavorato con i piedi», aveva scritto, sottolineando con ironia e intelligenza la sua dedizione e passione per il diritto.

Franzo Grande Stevens ha anche lasciato un’eredità culturale e civile, grazie alla sua formazione nella scuola liberale di Alessandro Galante Garrone e al suo ruolo di presidente del Consiglio nazionale forense e della Cassa forense. Sempre sostenitore della deontologia come fondamento dell’identità dell’avvocato, aveva scritto ai giovani colleghi: «L’avvocato è figlio del suo tempo. Ma i principi, l’integrità, non invecchiano».

Il cordoglio di amici e istituzioni

La sua scomparsa ha suscitato un’ondata di commozione tra le personalità più influenti del Paese. John Elkann, presidente di Exor e della Fiat, lo ricorda con affetto e rispetto: «Giurista eccelso, juventino e grande amico». Anche il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, e il Ministro della Salute, Guido Zangrillo, hanno espresso il loro cordoglio, sottolineando la misura e la profondità dell’uomo e del professionista.

Il mondo del calcio, rappresentato dalla FIGC e dal presidente Gabriele Gravina, ha reso omaggio a un uomo che ha saputo coniugare passione, correttezza e dedizione, valori che rimarranno come esempio per le future generazioni.

Un addio a un gigante della cultura e dell’economia italiana

Franzo Grande Stevens lascia un’eredità di integrità, competenza e passione civica che continuerà a ispirare chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di lavorare al suo fianco. La sua figura rimarrà per sempre un punto di riferimento nel mondo del diritto, dell’industria e dello sport, simbolo di un’Italia che ha saputo coniugare eccellenza e valori umani.

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Enrico Varriale condannato per stalking e lesioni: la sentenza in primo grado
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Enrico Varriale condannato per stalking e lesioni: la sentenza in primo grado

Enrico Varriale condannato per stalking e lesioni: la sentenza in primo grado

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Enrico Varriale, noto giornalista sportivo ed ex vicedirettore di Rai Sport, è stato condannato in primo grado a dieci mesi di reclusione, con pena sospesa, per i reati di stalking e lesioni aggravate ai danni della sua ex compagna. La sentenza rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la violenza di genere, sottolineando l’importanza di un intervento deciso e di percorsi rieducativi per gli autori di violenza.

La vicenda giudiziaria e i fatti contestati

I fatti risalgono all’agosto del 2021, quando Varriale avrebbe avuto un violento alterco con la donna con cui intratteneva una relazione sentimentale. Durante quell’episodio, secondo quanto ricostruito dalla procura, il giornalista avrebbe aggredito fisicamente la compagna, spingendola contro un muro, colpendola alle braccia e sferrandole calci. L’episodio non sarebbe stato isolato: successivamente, Varriale avrebbe continuato a perseguitare la donna con appostamenti sotto casa, telefonate insistenti e minacce verbali, comportamenti che hanno portato la vittima a rivolgersi alle forze dell’ordine.

Le dichiarazioni dell’imputato e la sua versione

Nel corso del processo, Varriale ha ammesso di aver dato uno schiaffo alla donna, definendo quell’atto il suo “errore più grande”, e ha cercato di minimizzare la portata degli altri comportamenti contestati, sostenendo che le discussioni fossero dovute a una situazione sentimentale complessa, con una relazione parallela. Tuttavia, le prove raccolte e le testimonianze hanno confermato un quadro di comportamenti reiterati e violenti.

Il secondo procedimento e il quadro complessivo

Varriale è coinvolto anche in un secondo processo, promosso da un’altra ex compagna, che lo accusa di minacce, violenza e intimidazioni. Questa situazione rafforza l’immagine di un comportamento ripetuto nel tempo, che va oltre un singolo episodio isolato.

Il commento delle associazioni e delle figure legali

L’avvocata Teresa Manente, legale della vittima e rappresentante dell’associazione Differenza Donna, ha espresso soddisfazione per la sentenza, sottolineando il valore simbolico di un verdetto che riconosce l’importanza di ascoltare le vittime e di combattere la cultura che spesso minimizza o giustifica la violenza maschile. «Il tribunale ha scelto di ascoltare», ha dichiarato, evidenziando come questa sentenza rappresenti un segnale chiaro e forte contro ogni forma di violenza di genere.

Un passo avanti nella lotta contro la violenza di genere

La condanna di Varriale invia un messaggio importante: chi perseguita, aggredisce o minaccia una donna non può rimanere impunito. La pena sospesa, subordinata al pagamento di un risarcimento e alla partecipazione a un percorso rieducativo, evidenzia come la giustizia non si limiti alla punizione, ma punti anche alla prevenzione e al cambiamento culturale.

La questione culturale e il bisogno di un cambiamento profondo

Questa vicenda mette in luce come la violenza sulle donne sia un problema sistemico e non solo un fatto individuale. È fondamentale promuovere azioni educative e culturali, a partire dalle scuole, dai media e dalle istituzioni, per cambiare le mentalità e contrastare la normalizzazione della violenza. La partecipazione a programmi di recupero può rappresentare un primo passo, ma il vero cambiamento deve coinvolgere tutta la società, affinché la violenza contro le donne non venga più tollerata, giustificata o minimizzata.

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Ilary Blasi esagerata in Tanzania, tanga e topless: le foto non adatte ai deboli di cuore
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Ilary Blasi esagerata in Tanzania, tanga e topless: le foto non adatte ai deboli di cuore

Ilary Blasi esagerata in Tanzania, tanga e topless: le foto non adatte ai deboli di cuore

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Ha occupato  le copertine delle principali riviste di gossip per mesi e mesi e se ne continuerà a parlare ancora tantissimo, dato il clamore mediatico di un matrimonio finito dopo 20 lunghi anni e tre figli insieme.

Se ci fosse stata  una fine tra comuni mortali, la notizia non avrebbe innescato tutto questo tram tram social ma Ilary Blasi e Francesco Totti, tra i primi connubi di veline( o meglio, passaparoline) e calciatori , hanno fatto sognare milioni e milioni di fan, sparsi per l’Italia.

Il loro sembrava un legame solido e l’annuncio della separazione, arrivato come un fulmine a ciel sereno, ha lasciato tutti senza parole, anche perché avvenuto con due comunicati distinti, nell’estate 2022.

La vita va avanti e Francesco, per tutti il Pupone, ha trovato un nuovo amore in Noemi Bocchi, la bionda misteriosa che gli ha risollevato il morale e con cui fa sul serio. Ancora al giorno d’oggi Ilary e Francesco, quei due che sembravano super innamorati se la suonano a carte bollate e tribunali. Ilary e Totti hanno terminato la loro storia d’amore dopo oltre 20 anni che si conoscevano e nessuno poteva crederci quando è arrivato il comunicato.

Ilary Blasi, nella rovente estate 2022,  ha scattato delle foto in Tanzania, dove si è recata in vacanza, mandando in delirio il pubblico maschile.  Si tratta di foto non adatte ai deboli di cuore.

L’annuncio ufficiale della loro separazione, sebbene fosse nell’aria da mesi, è stato un fulmine a ciel sereno che ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana. La notizia non poteva non suscitare enorme clamore e un putiferio mediatico che Ilary Blasi e Totti hanno deciso di affrontare diversamente.

Mentre l’ex capitano della Roma ha preferito restare nella Capitale dilettandosi con il padel, lo sport del momento, la show girl è partita alla volta dell’Africa con i 3 figli e la sorella per godersi delle settimane di totale relax e spensieratezza. Ed è sullo sfondo di uno splendido scenario paradisiaco in Tanzania, che Ilary Blasi continua a pubblicare delle foto particolarmente scottanti: eccone qualcuna.

Superata la soglia dei 40 anni, la nota conduttrice continua a sfoggiare un fisico da urlo, lo stesso che più di 20 anni fa fece girare la testa a Francesco Totti. L’ormai ex moglie del ‘Pupone’ sta mandando in visibilio tutti i fan continuando a pubblicare su Instagram degli scatti con un tasso molto alto di erotismo.

È possibile apprezzare la show girl con uno splendido bikini sdraiata in modo decisamente sensuale sul lettino, oppure addirittura in topless ai piedi della piscina di un resort. Ilary Blasi sembra davvero godersela durante questa permanenza in Tanzania, posto scelto non a caso per sfuggire al caos mediatico di queste settimane. Anche se le maggiori riviste di gossip sono costantemente a lavoro per non farsi sfuggire neppure un indizio che possa dare adito a nuove illazioni. In queste ultime settimane sono spuntati infatti diversi nomi accostati alla bella show girl, da Antonino Spinalbanese ad Alessio La Padula.

Ma per il momento si tratta solo di ipotesi fantasiose, non pare esserci ancora nulla di concreto nella nuova vita sentimentale dell’ex conduttrice dell’Isola dei Famosi. Molte più conferme arrivano invece sul versante di Francesco Totti, dove la storia con Noemi Bocchi attende solo l’ufficialità.

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Lo struggente messaggio delle figlie gemelle del carabiniere Carlo
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Lo struggente messaggio delle figlie gemelle del carabiniere Carlo

Lo struggente messaggio delle figlie gemelle del carabiniere Carlo

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Gravissimo dramma a Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, dove il brigadiere capo dei Carabinieri Carlo Legrottaglie, 59 anni, ha perso la vita durante un inseguimento dopo una fuga sospetta al posto di blocco.

Alla richiesta di alt da parte dei militari, i due soggetti si sono dati alla fuga, scatenando un inseguimento ad alta velocità terminato in un’area di campagna. Una volta fermato il veicolo, i due fuggitivi si sono allontanati a piedi. Durante il tentativo di fermarli, il brigadiere Legrottaglie è stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco.

Purtroppo, i soccorsi giunti sul posto non hanno potuto far altro che constatarne il decesso. Nel corso delle successive ricerche, condotte con il supporto di unità cinofile ed elicotteri, uno dei due sospetti – un uomo di 59 anni con precedenti penali – è deceduto in seguito a un ulteriore scontro a fuoco con le forze dell’ordine.

L’altro soggetto, 56 anni e incensurato, è stato fermato e si trova ora a disposizione dell’autorità giudiziaria. Il brigadiere Legrottaglie era prossimo alla pensione: avrebbe lasciato il servizio il prossimo mese. Originario di Ostuni, era molto apprezzato dai colleghi per il suo equilibrio e il forte senso del dovere.

Un eroe nazionale che lascia una moglie e due figlie gemelle di appena 15 anni. Mancavano pochi giorni al 33° anniversario di matrimonio con la moglie Eugenia e al suo 61° compleanno. In queste ore sta commuovendo tutti lo struggente messaggio d’addio delle figlie. “Papà…”:

Carlo Legrottaglie, 60 anni, brigadiere capo dei Carabinieri, avrebbe dovuto andare in pensione tra pochi giorni. Invece, il suo futuro è stato strappato via da un proiettile durante un intervento a Francavilla Fontana, in Puglia. Lasciando un vuoto incolmabile nella sua famiglia e in tutta la comunità. Sposato da 33 anni con Eugenia, Carlo era un uomo di valori semplici e profondi.

Amava la sua famiglia sopra ogni cosa, e le due figlie gemelle, Carla e Paola, di soli 15 anni, erano il centro del suo mondo. La scuola delle due adolescenti ha voluto ricordarlo con un commovente messaggio di cordoglio alle due alunne provate da questo brutto dramma. “Che la terra ti sia lieve, Carlo, eroe ed esempio per le tue figlie e per tutti noi”, si conclude il post diffuso sui social.

Le ragazze hanno espresso il loro strazio sui social con un messaggio straziante: “Ti amerò per sempre, papà. Per noi non sarà mai un addio”. Accompagnano le parole immagini di momenti felici: sorrisi, vacanze, complicità quotidiane.

Carlo aveva progetti semplici ma pieni di significato: voleva godersi il meritato riposo con una crociera, un viaggio in moto attraverso la Valle d’Itria sulla sua Honda e lunghe giornate al mare. Ma il destino ha voluto diversamente. Don Giovanni Prete, parroco che aveva cresimato le gemelle, lo ha descritto come un padre presente e amorevole: “Una delle figlie sognava di seguire le sue orme, indossando la divisa come lui“.

La camera ardente è stata allestita nella chiesa dei Cappuccini, mentre i funerali si terranno sabato 14 giugno nella chiesa di Santa Maria Madre. Il sindaco ha dichiarato il lutto cittadino, un segno di rispetto per un uomo che ha servito fino all’ultimo respiro.

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“L’assalto è cominciato”. Movimenti nel Pd, “scattato il piano per l’alternativa a Elly Schlein”
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“L’assalto è cominciato”. Movimenti nel Pd, “scattato il piano per l’alternativa a Elly Schlein”

“L’assalto è cominciato”. Movimenti nel Pd, “scattato il piano per l’alternativa a Elly Schlein”

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Il tonfo dei referendum sostenuti dalla Cgil, con la breve illusione di una vittoria mediatica durata appena due giorni, ha scosso profondamente il Partito Democratico. L’effetto immediato è stato l’attivarsi di un allarme interno, con l’ala riformista del partito che si sente chiamata a reagire con decisione. Sempre più spesso si sente parlare di una linea di fronda, di “sediziosi” che chiedono chiarezza e coraggio, e di una leadership che rischia di perdere il controllo della situazione.

Elly Schlein sotto i riflettori: tra alleanze e critiche interne

Al centro del dibattito si trova Elly Schlein, accusata di aver adottato una strategia che sembra più calcolata che autentica. La sua alleanza “a tre” con Movimento 5 Stelle e Avs, più che una scelta politica concreta, appare come un gesto simbolico volto a consolidare un’immagine di apertura e rinnovamento. Tuttavia, questa mossa non convince tutti, e tra i riformisti si alza il vento di critiche, che la accusano di aver abbracciato un asse ideologico poco coerente con le radici del partito.

Il ritorno di Ruffini e il progetto “Più uno”

In questo scenario di tensioni e incertezze, torna alla ribalta una figura che da tempo osservava in silenzio: Ernesto Maria Ruffini. Ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, uomo di grande cultura e radici nella tradizione riformista cattolica, Ruffini ha attraversato l’Italia visitando parrocchie e comunità, annunciando la nascita dei circoli “Più uno”. Un progetto che mira a creare un’alleanza costituzionale per contrastare l’attacco alla democrazia e all’Europa, con un appello rivolto ai cittadini a formare comitati e sostenere questa iniziativa.

Il progetto di Ruffini, che richiama le primarie del 2012 di Matteo Renzi, si inserisce in un tentativo di ricostruire un campo riformista più coeso e credibile. Le sue parole trovano consenso tra alcuni esponenti del Pd, come Luciano D’Alfonso, e anche tra i rappresentanti di Italia Viva, che vedono in questa iniziativa un’opportunità di crescita e rinnovamento.

Le tensioni tra moderati e riformisti

Nel frattempo, si riaffaccia Goffredo Bettini con la proposta di una “tenda moderata”, un’idea che non convince i più riformisti, tra cui Filippo Sensi, che la definisce un vicolo cieco. La questione centrale rimane quella di come convivere con Schlein, soprattutto alla luce delle tensioni su temi come la guerra in Ucraina e il riarmo europeo, che hanno provocato malumori anche tra i membri del gruppo europeo del Pd.

Il risultato più evidente della crisi interna è stato l’astensionismo massiccio ai referendum, che ha smascherato le contraddizioni di una comunicazione di facciata e ha alimentato il malcontento tra gli iscritti e i militanti. La possibilità di una scissione si fa sempre più concreta, con i moderati pronti a muoversi per trovare una nuova casa politica.

Il ruolo di Renzi e il futuro del centrosinistra

Matteo Renzi osserva con attenzione gli sviluppi, convinto di poter tornare al centro della scena raccogliendo i delusi e i scontenti dell’attuale leadership. La sua strategia è quella di ricostruire un polo riformista capace di attrarre chi si sente lontano dal Pd di Schlein, puntando su un’alleanza tra moderati e riformisti.

Conclusioni: Ruffini l’uomo giusto o solo un altro esperimento fallito?

La domanda che aleggia nei corridoi della politica romana è una sola: sarà Ernesto Ruffini l’uomo capace di cambiare gli equilibri nel centrosinistra, oppure si tratta di un tentativo destinato a fallire come tanti altri? La sua capacità di aggregare e di proporre una visione condivisa potrebbe essere la chiave per superare questa fase di crisi o, al contrario, potrebbe rimanere un’operazione isolata, destinata a non decollare.

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“Accordo raggiunto!”. Nazionale, finalmente arriva l’annuncio sul nuovo allenatore!
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“Accordo raggiunto!”. Nazionale, finalmente arriva l’annuncio sul nuovo allenatore!

“Accordo raggiunto!”. Nazionale, finalmente arriva l’annuncio sul nuovo allenatore!

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È giunta al termine l’attesa per la successione sulla panchina della Nazionale Italiana di calcio. Dopo l’esonero di Luciano Spalletti, la Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC) ha condotto un’attenta valutazione per individuare il profilo più idoneo a guidare gli Azzurri verso nuovi successi. E, secondo le ultime indiscrezioni, un nome in particolare sembra aver conquistato la fiducia dei vertici federali, preannunciando una svolta significativa per il futuro della squadra.

Le voci si sono rincorse per giorni, alimentando il dibattito tra tifosi, addetti ai lavori e media. Tuttavia, nelle ultime ore, un’accelerazione decisiva ha delineato chiaramente il candidato prescelto. Un incontro cruciale tra il presidente federale Gabriele Gravina e il possibile nuovo allenatore si è rivelato estremamente proficuo, gettando le basi per un’intesa ormai imminente. La linea seguita dalla FIGC sembra orientata verso un profilo che incarna determinazione, carisma e una profonda conoscenza del calcio italiano.

Secondo quanto riportato da Matteo Moretto, esperto di mercato e fonti vicine alla Federazione confermano che Gennaro Gattuso è a un passo dall’assumere il ruolo di commissario tecnico della Nazionale. Le recenti trattative tra le parti hanno visto un avvicinamento significativo, con un colloquio positivo che ha spianato la strada all’accordo definitivo. Le parti sono estremamente vicine a raggiungere un’intesa, e l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare nel giro di pochi giorni.

Perché Gattuso?
La scelta di Gennaro Gattuso, noto per la sua grinta, il suo carisma e la sua determinazione, rappresenta una dichiarazione d’intenti da parte della FIGC. Dopo esperienze significative su diverse panchine di Serie A e non solo, “Ringhio” si appresta a raccogliere la pesante eredità lasciata da Luciano Spalletti, con l’obiettivo di infondere nuova linfa e motivazione nel gruppo azzurro.

La personalità forte di Gattuso, unita alla propensione al lavoro intenso e alla capacità di motivare i giocatori, potrebbe essere l’ingrediente chiave per risvegliare lo spirito combattivo della Nazionale e proiettarla verso traguardi ambiziosi nel panorama calcistico internazionale. La sua nomina rappresenta quindi una scelta strategica, volta a rilanciare il progetto azzurro e a ridare entusiasmo a tifosi e addetti ai lavori.

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Carabiniere ucciso a Francavilla, Camillo Giannattasio si proclama innocente: “Fate lo stub test”
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Carabiniere ucciso a Francavilla, Camillo Giannattasio si proclama innocente: “Fate lo stub test”

Carabiniere ucciso a Francavilla, Camillo Giannattasio si proclama innocente: “Fate lo stub test”

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È un momento di grande tensione e incertezza quello che si vive nella comunità di Francavilla Fontana, dopo la tragica sparatoria che ha portato alla morte del brigadiere capo Carlo Legrottaglie, pochi giorni prima di andare in pensione. Il principale sospettato, Camillo Giannattasio, 67enne titolare di una ferramenta di San Giorgio Jonico, si è detto pronto a tutto pur di dimostrare la propria innocenza, chiedendo formalmente di sottoporsi allo stub test, un esame che può rilevare tracce di polvere da sparo su mani e vestiti.

La richiesta di Giannattasio e le indagini in corso
Il suo avvocato, Luigi Danucci, ha dichiarato: «Il mio assistito vuole dimostrare la sua totale estraneità all’omicidio. Per questo ha richiesto lo stub test, anche se gli inquirenti non l’hanno ancora disposto». La richiesta, depositata formalmente e messa agli atti, rappresenta un elemento che la difesa intende utilizzare per sostenere la tesi dell’estraneità del proprio assistito.

Le indagini, tuttavia, sono ancora in pieno svolgimento e si concentrano sulla dinamica dell’accaduto e sui movimenti dei due uomini coinvolti, Giannattasio e Michele Mastropietro, 59 anni, già noto alle forze dell’ordine. La sparatoria si è verificata il 12 giugno, alle porte di Francavilla Fontana, durante un inseguimento ad alta tensione nelle campagne di Grottaglie. Dopo una prima sparatoria, Mastropietro è rimasto ucciso, mentre Giannattasio è stato fermato e portato in custodia.

Il ritrovamento dell’arsenale e il quadro inquietante
Un elemento che sta alimentando le preoccupazioni degli inquirenti è il ritrovamento di un arsenale nella ferramenta di Giannattasio, durante una perquisizione. Sono stati sequestrati una pistola Beretta con matricola abrasa, due fucili a canne mozze, una pistola lanciarazzi, coltelli, munizioni, armi a salve e diversi telefoni cellulari. Tutto il materiale sarà analizzato per verificare eventuali collegamenti con reati precedenti o con l’omicidio del brigadiere.

Attualmente, Giannattasio si trova in stato di fermo per detenzione illegale di armi e munizioni. Non sono ancora state fissate le date per l’udienza di convalida né per l’interrogatorio di garanzia, mentre la Procura di Brindisi prosegue le indagini per ricostruire i movimenti dei due fuggitivi, l’origine dell’arsenale e il possibile coinvolgimento in reti criminali più ampie.

Il ricordo di Carlo Legrottaglie
Carlo Legrottaglie, il brigadiere ucciso, era stimato da colleghi e cittadini. La sua morte ha profondamente scosso la comunità di Francavilla Fontana, che si stringe intorno alla famiglia e agli amici del militare, ricordandolo come un uomo dedicato al servizio dello Stato, che ha perso la vita a pochi giorni dalla pensione.

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Notizie 24 ore 

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È un momento di grande tensione e incertezza quello che si vive nella comunità di Francavilla Fontana,…
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Italia, l’annuncio degli esperti: è boom di contagi
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Italia, l’annuncio degli esperti: è boom di contagi

Italia, l’annuncio degli esperti: è boom di contagi

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Tutti quanti credevano che non potesse mai accadere di nuovo, che in tempi moderni dove l’igiene e i controlli sono serrati non potesse mai arrivare una pandemia. E invece come ben sappiamo quest’ultima è arrivata come ben sappiamo nel 2020.

Da allora ogni nostra certezza è diventata vana. Questo in quanto tutti noi abbiamo fatti i conti con le restrizioni ai movimenti personali che come ricordiamo dovevano avvenire solo per stretta necessità. Per molti mesi non abbiamo visto i nostri cari o i nostri amici e questo ha “chiuso” la società.

Con la fine della pandemia e delle relative restrizioni fortunatamente grazie anche alle cure arrivate e ai vaccini siamo usciti dal momento critico della pandemia e quindi abbiamo potuto riprendere in mano le nostre vite non senza ovviamente precauzioni visto che oggi molti di noi ad esempio usano le mascherine.

Questo era uno strumento che almeno in Occidente era davvero sconosciuto. Eppure dalla pandemia quando si sta in luoghi affollati ci viene spontaneo ad oggi indossare la mascherina anche perchè quello che abbiamo passato con il Covid non vorremo che arrivasse mai più ma purtroppo sappiamo che non è così.

Nel mondo continuano a susseguirsi notizie circa un aumento degli stessi casi di Covid circostanza che come sappiamo non fa assolutamente piacere qualcosa di davvero molto particolare che ha colpito tutti quanti, vediamo comunque che cosa sta accadendo e perchè tali casi aumentano l’allarme degli esperti è davvero massimo e molto attuale.

Secondo quanto si apprende dalla stampa nazionale c’è molta preoccupazione non tanto per patologie come il Covid che continua a circolare quando per la diffusione della scabbia. Si tratta come si sa di una patologia che colpsice la pelle e che può essere molto importante.

Da quanto appreso i casi di scabbia stanno aumento soprattutto negli ultimi anni e secondo gli esperti questo dipenderebbe anche dal fatto che con la fine della pandemia la gente si è mossa di più e di concerto anche alcune patologie hanno ricominciato a comparire a dismisura nel mondo.

I due anni di pandemia hanno bloccato anche i patogeno responsabili dell’influenza stagionale che è tornata ancora più forte negli anni successivi al 2021-2022. Così è per la scabbia che come ben sappiami si può contrarre in diversi modi. Il responsabile è un acaro chiamato Sarcoptes scabiei.

Questo si trova si trasmette tramite contatto con una persona che ha la patologia in questione, l’acaro comincia quindi a scavare la pelle dell’ospite e questo genera nello stesso una sensazione di prurito che lo porta a grattarsi. Si tratta di una patologia che un altissimo indice di trasmissibilità.

Un fattore di rischio è dato dalla condivisione dello stesso spazio, ad esempio all’interno della stessa famiglia, tra persone che dormono nello stesso letto, ma anche in luoghi affollati, come scuole, carceri o RSA. Insomma bisogna stare molto attenti l’allarme è lanciato dalla Socità Italiana di Dermatologia che ha riferito come i casi di scabbia siano aumentati del 750% dal 2020 ad oggi. Massima attenzione anche ai luoghi che si frequentano e all’igiene degli stessi.

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Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo, il duro sfogo: “Da fame”
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Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo, il duro sfogo: “Da fame”

Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo, il duro sfogo: “Da fame”

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Tutti conoscono in Italia la coppia formata Enzo Paolo Turchi e Carmen Russo. Si tratta di una delle coppie più famose del mondo dello spettacolo italiano. Ultimamente la coppia ha fatto parlare molto di sè a causa di alcune questioni personali. Carmen Russo e il marito hanno parlato spesso del loro amore che dura ormai da tantissimi anni. La loro storia appassiona da sempre tutti gli italiani e nelle uscite pubbliche i due si mostrano più affiatati che mai.

La showgirl insieme a suo marito Enzo Paolo Turchi è riuscita anche a diventare madre tramite la fecondazione assistita. Da qui è nata la piccola Maria, che la Russo ha avuto a 54 anni. La stessa Carmen Russo ha anche fatto un video assieme alla figlia Maria, ma non tutti forse sanno che in casa Turchi-Russo le cose non vanno come dovrebbero. Vediamo che cosa sta accadendo.

Pensione da fame

Nel corso della sua carriera Enzo Paolo Turchi ha rilasciato diverse interviste ai giornali nazionali, ma ha colpito particolarmente il pubblico quando egli parlò a proposito della sua situazione personale. Nessuno si sarebbe aspettato quello che ha dichiarato Enzo Paolo Turchi alla stampa nazionale.

L’uomo infatti ha dichiarato di percepire una pensione piuttosto bassa, circa 720 euro“Ci sono rimasto molto male: non per una questione di soldi, non sono in miseria, bensì per etica professionale” – questo ha dichiarato Turchi. Nonostante la cifra modesta, Enzo Paolo Turchi non percepisce la situazione in negativo, e anzi, si sente quasi un privilegiato

Egli ha spiegato che molti suoi colleghi sono nella sua stessa situazione. Secondo lui lo Stato non può trattare in questa maniera una persona che per tanti anni ha lavorato nel mondo dello spettacolo, sia che sia una personalità famosa che non. Enzo Paolo nel corso della sua lunghissima carriera ha lavorato per e con artisti famosi, come ad esempio Raffaella Carrà. Il ballerino ha poi spiegato che “bisognava farsi una pensione da soli”.

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